Direttiva EPBD: cosa cambia per i proprietari di casa e come impatta sugli immobili

Il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica degli edifici e raggiungere emissioni zero entro il 2050. Per i proprietari di casa, questo significa adeguarsi a nuovi requisiti prestazionali, con implicazioni dirette su costi e gestione degli immobili.

Requisiti per i proprietari di immobili

Chi possiede un immobile, residenziale o commerciale, dovrà rispettare nuove scadenze per l’efficientamento energetico. Le principali sono:

Dal 1° gennaio 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero.

Entro il 2030, gli edifici esistenti dovranno raggiungere almeno la classe energetica E.

Entro il 2033, gli edifici esistenti dovranno migliorare fino alla classe energetica D.

Per quanto riguarda le altre scadenze:

Dal 1° gennaio 2025, non saranno più incentivati impianti a combustibili fossili, salvo alcune eccezioni (es. sistemi ibridi).

Entro il 31 dicembre 2026, dovranno essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici e non residenziali con superficie superiore a 250 m².

Entro il 2032, gli immobili sottoposti a ristrutturazione dovranno includere impianti fotovoltaici.

Queste scadenze si applicano alla maggior parte degli immobili, con esclusioni per edifici storici, temporanei, luoghi di culto e seconde case utilizzate per meno di quattro mesi l’anno.

Implicazioni economiche e gestionali per i proprietari

1. Costi di adeguamento

I proprietari di immobili inefficienti dovranno affrontare interventi di ristrutturazione per evitare la svalutazione del proprio bene. I lavori potrebbero includere:

• Isolamento termico di pareti e coperture.

• Sostituzione di infissi e serramenti.

• Installazione di impianti di riscaldamento e raffrescamento a basse emissioni.

• Integrazione di fonti rinnovabili come il fotovoltaico.

2. Difficoltà di accesso ai finanziamenti

Gli istituti di credito e le banche saranno chiamati a valutare il rischio degli immobili inefficienti, rendendo più difficile ottenere mutui per edifici di classe energetica bassa. Questo potrebbe influenzare il valore di mercato e la rivendibilità delle proprietà.

3. Maggiore complessità gestionale

Per garantire la conformità alla direttiva, i proprietari dovranno coordinare tecnici, imprese e consulenti, raccogliendo e gestendo una documentazione più ampia, tra cui:

• Certificazioni energetiche e dichiarazioni di conformità.

• Computi metrici e progetti di ristrutturazione.

• Documenti relativi a eventuali incentivi o finanziamenti.

4. Opportunità di incentivi e sgravi fiscali

Alcuni Stati membri potrebbero introdurre bonus fiscali o incentivi per supportare l’adeguamento energetico. Tuttavia, con la progressiva eliminazione delle agevolazioni per impianti a combustibili fossili, i proprietari dovranno orientarsi verso soluzioni a energia rinnovabile.

Gli immobili energivori (classe G e F) saranno quindi i più penalizzati, con un rischio concreto di svalutazione e minore attrattività sul mercato. Adeguarsi ai nuovi standard significa non solo rispettare la normativa, ma anche garantire un immobile più efficiente, con minori costi energetici e maggiore valore nel tempo. Per chi possiede un immobile, questa è un’opportunità per investire in riqualificazione e migliorare il proprio patrimonio, evitando futuri obblighi normativi più stringenti e rendendo la casa più sostenibile ed economica da gestire.

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Casateam è da sempre attenta all’evoluzione del mercato immobiliare: per questo proponiamo soluzioni perfettamente coerenti con la nuova Direttiva Europea. Grazie al nostro Re.Home Model, rivolgendoti a noi potrai ristrutturare e adeguare il tuo immobile fino a raggiungere la classe energetica richiesta dalle nuove normative “Case Green” usufruendo dei nostri servizi su misura. 

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